Il Direttivo Ultras S.Angelo 1976, mi ha chiesto di pubblicare un comunicato ufficiale in risposta ad un articolo apparso sul giornale “Il Lunedì”. Copia dello stesso, è stato inviato alla redazione del giornale in questione.
Prima di pubblicare il comunicato, vorrei fare una precisazione:
Barasini Blog è un sito dei tifosi santangiolini e non il sito degli Ultras S.Angelo, quindi tutti i commenti e i post che vengono scritti, rispecchiano il modo di pensare di chi li scrive e non quello del Direttivo Ultras, che può anche essere diverso. Barasini Blog è comunque disponibile a pubblicare eventuali comunicati ufficiali (come in questo caso), sottoscritti dal Direttivo Ultras.
Ultras Sant’Angelo 1976 “liberi”
In risposta all’articolo di G. Livraghi del 05/03/2007
Dopo il delirante articolo scritto dal Sig. Livraghi che scredita, senza apparenti motivi, la storia e, permetteteci, la piccola leggenda degli Ultras Sant’Angelo, siamo costretti a rispondere e a puntualizzare il nostro pensiero: Prima di tutto non ci risulta che il “Sig. Colombo” abbia mai ricevuto minacce di nessun genere, caso mai critiche, anche aspre, e spiegazioni sempre e solo di persona e mai alle spalle o in modo subdolo; poi gli US76 hanno criticato la “triade” solo perché, a loro avviso, se lo meritavano avendo rovinato una squadra con incompetenza, superficialità e supponenza; non hanno calcolato mai l’importanza di avere un rapporto e un dialogo con la tifoseria che ha sempre dimostrato di essere apolitica, senza doppi fini ed innamorata del Sant’Angelo Calcio; si sono persino permessi di cambiare lo stemma societario che era diventato un vanto per il Paese. Hanno avuto la curva dalla loro parte fino a quando è stato possibile, poi la contestazione è stata inevitabile (civile per altro) e che se la meritassero è palese, dato la fine fatta dalla squadra con la retrocessione in Promozione, dopo promesse di riportarla addirittura in categorie superiori.
Per quanto riguarda l’acredine che traspare leggendo l’articolo, fra Livraghi e la nuova dirigenza, non è affar nostro e non vogliamo entrarci.
Colombo iscrivendo la squadra senza farla fallire ha fatto solo il minimo indispensabile e ci mancava anche il contrario….
Ci assale un pensiero: non è che il Sig. Colombo, appena arrivato a Strabella, (Il Lunedì è un giornale molto letto nel pavese), abbia avuto il bisogno di salvare un po’ la faccia (non riuscendoci peraltro) dato che quello che è accaduto a Sant’Angelo è noto a tutti?
Allora a questo punto, chi non ha più la sua libertà, scrivendo un articolo completamente sbilanciato dalla parte del “Sig. Colombo” e coinvolgendo senza motivo una tifoseria che ha subito tutto quanto accaduto con molta calma e senza un accenno di violenza (come è giusto che sia), è certamente il “Sig. Livraghi”.
Signor G. Livraghi, lei ha sputato nel piatto dove ha mangiato, ha screditato la tifoseria che diceva di rispettare ed ha cercato di salvare il “Sig. Colombo” dalla pessima figura che ha fatto, entrando nella storia del Sant’Angelo come il peggior dirigente mai avuto.
Signor G. Livraghi, la persona che ha perso la libertà è proprio lei….
Il Direttivo Ultras Sant’Angelo 1976
Per conoscenza riporto l'articolo apparso su Il Lunedì del 05/03/2007:
Dopo le minacce a Colombi e le critiche alla Triade adesso solo miele con la nuova dirigenza
Ultras barasini ora più accomodanti che mai
Domenica 7 maggio 2006. Il Sant'Angelo, retrocedendo in Promozione, tocca il punto più basso della sua storia recente: sono finiti, forse per sempre, i tempi del "Carlo Chiesa" gremito, e il meraviglioso decennio passato in Serie C sembra lontano secoli, anziché "solo" 23 anni. Tanti sono i padri di questo capitombolo: in primis una rosa non all'altezza, quindi una dirigenza volenterosa, ma molto confusa. Una dirigenza in sostanza formata da tre persone: Pierangelo Colombo, Luca Meiani ed Enrico Consonni e appunto per questo soprannominata 'Triade" (sulla falsariga di quella della Juventus). Le colpe della retrocessione, tuttavia, sono da imputare anche a chi non se ne è, al momento, ancora fatto carico e che, addirittura, s'innalza a "simbolo" del Sant'Angelo Calcio: gli Ultras Sant'Angelo 1976. Grande e rispettata tifoseria ai tempi d'oro della Serie C (quando ricevevano elogi anche da parte di tifosi di società ben più titolate di quella barasina), gli Ultras Sant'Angelo hanno in seguito onoratamente seguito le sorti della loro squadra fino alla svolta avvenuta nella scorsa stagione, quando, dopo anni di "neutralità" con le dirigenze seguitesi al timone della squadra (criticate ed elogiate quand'era il caso), si sono resi protagonisti di una vera e propria "crociata" contro la 'Triade" Colombo-Meiani-Consonni, criticando ogni decisione dirigenziale, offendendo i dirigenti stessi e (a quanto affermato dallo stesso Colombo) minacciandoli: "Sono stato oggetto di offese e minacce che nulla hanno a vedere con l'essere tifosi - ha spiegato Colombo - il disegno strategico era destabilizzare la proprietà". Condannati a non poter lavorare in tranquillità, poiché "colpevoli" di voler gestire autonomamente la squadra nella quale hanno investito i loro denari, i dirigenti hanno portato la squadra alla retrocessione, fra gli insulti degli Ultras, le minacce dei sedicenti Ultras (si spera siano stati solo delle mele marce) e le lacrime di tutti i veri tifosi. Dopo ciò che hanno subito, Colombo, Meiani e Consonni avrebbero potuto vendicarsi in un modo subdolo, ossia aspettando la scadenza delle iscrizioni ai campionati (il 31 luglio) e non iscrivendo il Sant'Angelo, mettendo tutti di fronte al fatto, non solo compiuto, ma irreparabile: invece, costoro (in primis Colombo) hanno da subito annunciato la loro intenzione di uscire dalla società, addirittura impegnandosi alla ricerca di nuovi finanziatori, onde evitare la scomparsa del Sant'Angelo dal calcio. Finanziatori, che, in seguito, sono arrivati, e che rispondono ai nomi di Cristiano De Vecchi, Pietro Altrocchi, Gino Cremascoli e Matteo Marinoni. E qui arriva la "perla" degli Ultras Sant'Angelo, subito pronti ad accogliere (giustamente, suvvia) i nuovi dirigenti da "salvatori della Patria", ignorando il fatto che costoro hanno salvato la squadra anche grazie alla lealtà mostrata dalla (da loro) tanto odiata Triade, che ha permesso che ciò accadesse. Ora, senza portare rispetto al trio Colombo-Meiani-Consonni, gli Ultras Sant'Angelo hanno cominciato a comportarsi con i nuovi dirigenti in maniera opposta a come si comportarono con i loro predecessori: mentre con la Triade erano pronti a negare il fatto che due più due fa quattro pur di non dar loro ragione, ora si sono appiattiti sulle posizioni dell'attuale dirigenza, vista come fosse composta da geni infallibili (tipo Albert Einstein o Leonardo da Vinci) o da novelli Messia da non criticare. Stregati dai nuovi dirigenti, gli Ultras Sant'Angelo hanno totalmente perso non solo il contatto con la realtà (prima o poi affermeranno che De Vecchi - persona in gamba, ma non un mago - e i suoi amici sono in grado di camminare sulle acque), ma anche la capacità d'accettare idee diverse da quelle espresse dai dirigenti: a loro avviso, infatti, chi non la pensa come De Vecchi & company o è pazzo o è un "traditore". Si è passati, quindi, da un estremo all'altro, dimenticandosi che si vive nell'Italia democratica, ove è concesso criticare (senza sfociare nell'offesa, ovviamente), e non nella Jugoslavia del boia Josip Broz Tito. Oggi il Sant'Angelo sta disputando un buon campionato di Promozione, per la soddisfazione di tutti i santangiolini (anche di chi aborra questa dirigenza), ma ogni tifoso dovrebbe ricordarsi che se la Triade fosse stata aiutata o, perlomeno, lasciata lavorare in tranquillità, in questa categoria il club bara-sino non sarebbe mai caduto. Forse, però, l'uscita di scena della Triade (troppo indipendente nei suoi movimenti?), pur costando una bruciante retrocessione, ha fatto comodo a qualcuno, lesto nel saltare sul carrozzone: il comportamento onesto di Colombo ha fatto sì che la storia del Sant'Angelo continuasse anche per chi non lo avrebbe di certo meritato. Ultras Sant'Angelo, tipico esempio di come non tutto duri in eterno: da gruppo "caldo", libero ed indipendente nei giudizi a gruppo senza (o quasi) volontà propria, servile con la dirigenza; tifosi che, dopo essere stati tra i migliori della Lombardia, si riducono ad offendere i sostenitori del piccolo Marudo (compagine di un paesino limitrofo a Sant'Angelo), quasi come fecero (in un altro campo) gli Stati Uniti quando (nel 1983) invasero Grenada. Un vecchio motto latino affermava "Non bene pro toto libertas venditur auro", ossia "La libertà non si vende per tutto l'oro del mondo": gli Ultras Sant'Angelo hanno, invece, già addirittura regalato da un pezzo una loro libertà, ossia quella di ragionare autonomamente.
G. Livraghi
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