La gara di Soresina fa tornare alla mente ricordi legati ormai ai tempi andati… più di un decennio ormai è trascorso dalla giornata passata ai libri di storia come L’invasione di Soresina.
Gli storici raccontano di strategie e volponate per guadagnare qualche soldo in più.
Notoriamente i tifosi barasini seguono in massa anche le gare di trasferta; in quel periodo specialmente, l’affluenza era alta. Quel giorno, al botteghino di Soresina, qualcuno la pensò in grande. I primi tifosi rossoneri che arrivarono in luogo, si accorsero subito che qualcosa puzzava, e non erano loro… Pare che al botteghino il prezzo esposto, pagato dai tifosi locali per l’entrata allo stadio, venne furbescamente corretto non appena all’orizzonte comparvero i primi tifosi ospiti.
Accortisi della cosa, venne subito montata la polemica. Visto che al botteghino si faceva orecchie da mercante, e i tifosi barasini riuniti fuori avevano raggiunto ormai un numero considerevole, la pazienza arrivò al culmine. Il portone dello stadio si aprì magicamente, probabilmente dietro a qualche spintarella, facendo entrare tutta la massa che, nel frattempo, non aveva pensato minimamente di fare uno straccio di biglietto. E fu così che il botteghino esoso, incassò meno di quanto avrebbe invece preso se avesse mantenuto un briciolo di onestà in più.
La leggenda narra che alcuni tifosi all’interno dello stadio, raggiunti dai carabinieri, e sollecitati ad esibire il tagliando di ingresso, abbiano consegnato alle forze dell’ordine, dei biglietti con scritto “Ballo Uomo”, probabili rimasugli della notte trascorsa in discoteca.
Questi sono i racconti che si narrano la sera, davanti al fuoco, con in mano un cognac o una birra. Racconti di avventure, che sfiorano la leggenda, della storia calcistica santangiolina.