Da un articolo apparso su “Il Lunedì”, autorevole giornale in uscita sulle rive del Ticino, fioccano giudizi e critiche clamorose riferite all’attuale dirigenza Santangel100. I dirigenti santangiolini sono accusati di gravi fatti, compiuti ai danni dei tifosi barasini. Si passa dalla grave accusa di aver copiato senza ritegno un’iniziativa del Genoa, alle gravi offese perpetrate ai danni dell’Athletic Bilbao, i quali, a riguardo, ci hanno già comunicato tramite raccomandata di aver mandato un’esposto all’UEFA.
Ma andiamo con ordine. La dirigenza barasina, nata nell’estate scorsa, ha salvato la squadra da una possibile mancata iscrizione al campionato e si è presentata ai cittadini attraverso alcune dichiarazioni sui giornali e soprattutto attraverso un manifesto apparso un po’ ovunque in Paese, manifesto caratterizzato da una gravissima mancanza, la presenza solo di uno stemma della squadra senza nessuna foto o decorazione per compiacere i numerosi “esteti” di turno. Dopo un paio di mesi, tempo indispensabile per darsi un minimo di organizzazione, decidono di presentarsi ufficialmente ai santangiolini attraverso una serata “esagerata, manco fosse la notte degli Oscar”, caratterizzata da circa un centinaio di sedie, un microfono, un piccolo proiettore e un lussuosissimo banchettino di legno di un metro quadrato, dove venivano consegnate, a chi ne faceva richiesta, le tessere dell’associazione.
Tra le varie iniziative, è stata presentata quella di disegnare la maglia del centenario, mai spacciata da nessuno come nuova o innovativa, ma una simpatica iniziativa, tra l’altro quasi ultimata, nel senso che la maglia è stata scelta e verrà presentata in occasione dei festeggiamenti per il centenario. L’altra iniziativa che spiccava principalmente all’attenzione di tutti era quella del così detto azionariato popolare, che ha permesso fino ad ora di distribuire circa 250 tessere, e di raggiungere l’obbiettivo prefissato ad inizio stagione dalla dirigenza, un discreto traguardo, visto che si veniva da un anno di retrocessione e di scarso entusiasmo. In alcuni articoli del Cittadino, come semplice esempio, vennero citate 2 squadre spagnole di prima divisione (Real Madrid e Barcellona), che naturalmente per ovvi motivi, dei quali anche la dirigenza ne era consapevole, non possono essere paragonate alla nostra realtà, ma è qui dove vengono sottolineate le colpe più gravi. Infatti gli incompetenti dirigenti barasini, si sono scordati di elencare tutte le squadre di calcio esistenti al mondo ad azionariato popolare, citandone solo 2 di esempio. Che idioti.
E dopo aver ceduto l’insostituibile Daccò alla Melegnanese, (tra l’altro da sua richiesta, visto che era in buoni rapporti con il tecnico della squadra milanese), la società Santangel100 si macchia di un altro clamoroso fattaccio. In questi giorni già circola la voce di una possibile secessione da parte del rione S. Rocco, i residenti infatti sono indispettiti per la mancata citazione come vecchio sponsor santangiolino della Lombardia Filati. Rimane gravissimo il fatto di aver dichiarato che da trent’anni non c’era uno sponsor di S.Angelo sulle maglie, quando ne sono passati solo 17.
Per conoscenza vi riporto l'articolo in questione, pubblicato sul giornale pavese:
Arrivarono nell’estate 2006, iscrivendo il Sant’Angelo al campionato di Promozione proprio all’ultimo giorno utile, per poi presentarsi alla cittadinanza il successivo 10 novembre, in una serata presso la sala congressi della filiale barasina della Banca Popolare Italiana (fu una serata un po’ esagerata, manco fosse la “notte degli Oscar”). Stiamo parlando della nuova dirigenza del Sant’Angelo Calcio, guidata dall’ex vicesindaco (ora assessore) santangiolino Cristiano De Vecchi, che prese la morente compagine rosso-nera promettendo di farne una grande società, espressione del territorio. In quella famosa serata la dirigenza fece molte promesse ed altrettante anticipazioni: anticipazioni da considerare come anteprime d’iniziative spacciate per nuove dalla dirigenza, ma, in realtà, stravecchie. S’iniziò con la trovata denominata “Disegna la maglia del Centenario”, secondo la quale gli alunni delle scuole barasine avrebbero dovuto disegnare la maglia che il club barasino avrebbe, poi, indossato nel suo anno numero 100: ottima idea, spacciata per nuova, ma avuta dal Genoa nel suo Centenario (1993). Si continuò con la storia dell’azionariato popolare: qui la dirigenza diede il meglio di sé (si fa per dire). I dirigenti, infatti, si presentarono affermando che il Sant’Angelo sarebbe divenuto una società ad azionariato popolare, legata al territorio e alla sua gente, come accade, in Spagna, nel Real Madrid e nel Barcellona. Ottima idea, peccato che i dirigenti dimenticarono che, pur essendo ad azionariato popolare, le due società sono perlopiù delle multinazionali. Si dimenticarono, inoltre, che in Spagna esiste una terza compagine ad azionariato popolare, essa sì espressione del territorio: è l’Athletic Bilbao, formazione formata da soli giocatori baschi e con ben 35 mila soci iscritti. Una società che è l’emblema dei Paesi Baschi (Euskadi) e che ha vinto 8 titoli, 24 Coppe di Spagna e una Supercoppa (arrivando anche alla finale di Coppa U.E.F.A. nel 1976/’77), senza mai retrocedere in Seconda Divisione: se i dirigenti barasini hanno ignorato l’Athletic, significa che la loro cultura calcistica è davvero scarsa. Forse i signori barasini ritengono che Bilbao non è in Spagna? Forse (si spera) un giorno così sarà, ma in questo caso anche il Barcellona dovrebbe essere considerato catalano e non spagnolo (in Catalogna c’è tanta voglia d’indipendenza quanto in Euskadi). Ma le gaffe di questa dirigenza non sono finite qui. Una di esse è inerente al manifesto che invitava i tifosi ad iscriversi a “Sant’Angel 100”, ossia la società di gestione della squadra: in questo mondo che cambia, denominato ormai “società delle immagini”, costoro ebbero la grande idea di stampare un manifesto fatto di solo testo, senza la benché minima immagine, se si eccettua il logo del club. Ma non è finita: dopo aver “acclamato” il giocatore barasino “DOC” Alessandro Daccò a futura “bandiera” della squadra, esso è stato lasciato andare alla Melegnanese (si dice a causa di disaccordi con l’allenatore Paolo Daccò). Un Sant’Angelo “popolare”, in teoria formato da barasini, ha tranquillamente o meno lasciato andare via un barasino per delle divergenze, anziché tentare in ogni modo di risolvere le incomprensioni: è forse questa la democrazia “popolare” che il dirigente ex vicesindaco Cristiano De Vecchi intende quando effettua i suoi discorsi? Ogni trovata dell’attuale dirigenza veniva (e viene tuttora) presentata come una novità, mentre, in realtà, consisteva o in un errore o in una trovata vecchia: l’apice s’è toccato in occasione dell’annuncio della stipula del contratto di sponsorizzazione con una tipografia santangiolina (la “Cerri & Servida”), quando Cristiano De vecchi ha pomposamente annunciato che “il fatto d’aver raggiunto un accordo con un’azienda cittadina ci rende orgogliosi, perché è un fatto che non accadeva da trent’anni”, dimenticandosi che tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio degli Anni Novanta il club rosso-nero è stato sponsorizzato dal cotonificio “Lombardia Filati” (oggi “Sinterama”), azienda ubicata a Sant’Angelo, per la precisione nel rione San Rocco! Forse, per De Vecchi, il rione San Rocco non è parte integrante di Sant’Angelo Lodigiano, oppure lo è soltanto quando si è prossimi alle elezioni ed egli necessita dei voti dei sanrocchini. Parlando dell’attuale dirigenza del Sant’Angelo si parla, ovviamente, di persone volenterose, delle quali, tuttavia, si ignorano i compiti, poiché nessuno ha ancora comunicato i ruoli: tutti si qualificano, infatti, semplicemente col vago titolo di “dirigente”, ma chi è il presidente? Chi il vicepresidente? Chi fa cosa? Non si sa ancora e, forse, mai si saprà. I dirigenti barasini, che tanto parlano d’azionariato popolare, devono sapere che non bastano le belle e vuote parole per imitare l’Athletic Bilbao e gente come i suoi alfieri “gorri ta zurria” (bianco-rossi) quali, ad esempio, José Angel Iribar, Javier “Irureta” Iruretagoyena, Andoni Zubizarreta, Andoni Goikoetxea, Rafael Alkorta, Julen Guerrero e Joseba Etxeberria. Loro sì che sono espressione del loro territorio.
G.Livraghi
Da "Il Lunedì", lunedì 19 febbraio 2007
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